Beni Naturali e Artistici

MONUMENTI

Il Castello. Il Castello deriva dalla residenza fortificata della famiglia D´Ayala, costruito in carparo durante il XVIII secolo. La sua imponente torre si erge sulla piazza principale di Monteparano (Piazza Castello). Fu rimaneggiato durante il XIX secolo e attualmente è residenza della famiglia d´Ayala. La Chiesa. La Chiesa è denominata SS. Annunziata, fu costruita su un antico tempio religioso; ha una sola navata con cappelle laterali un bellissimo altare barocco. L´Arcivescovo dì Taranto Brancaccio la visitò nel 1578 e scoprì che l´altare era disposto secondo il rito greco per cui lasciò la chiesa chiedendo al parroco dì modificarlo secondo il modello latino. Informazioni e immagini tratte dal sito www.monteparano.com

SITI ARCHEOLOGICI

L´antico territorio di Monteparano, per i reperti archeologici rinvenuti, è stato fortemente influenzato dalla chora tarantina e più tardi dagli insediamenti di pagus romani. La zona più ricca è quella denominata “Mancini”, dove è ancora possibile osservare cocci di varia grandezza, risalenti alla tarda età classica, che fanno pensare a un nucleo demico databile intorno al II-III secolo a.C. Nel 1905, il rinvenimento di un ricco tesoretto di monete, sempre in contrada Mancini, e alcune lastre tombali, testimoniano la frequentazione del sito, a partire dall´età della Taranto greca. La ricognizione di altre aree dell´agro antico di Monteparano e dei suoi dintorni, ha evidenziato anche zone interessate da insediamenti del neolitico; in contrada Barbuzzi (dove sono stati raccolti una serie di coltelli e pugnali e un pane di selce) e, più vicino all´abitato, in contrada S. Nicola, si osservano i resti di una probabile stazione neolitica con grumi di intonaco di capanna, frammenti di ossiadiana e di selce, di ceramica impressa e incisa, resti di fondi a tacco, di orli e di anse appartenenti a vasi da derrate oltre a materiale litico di epoca più tarda, resti di ceramica di età magnogreca e romana, presente anche sul territorio dell´attuale via G. Cesare, dove, in occasione di scavi per nuove edificazioni, sono venute alla luce statuette fittili, contrappesi da telaio, unguentari in argilla chiara, piattelli e altro materiale pregevole. Informazioni e immagini tratte dal sito www.monteparano.com

IL CASTELLO DI AYALA

L’imponente mole del Castello dei d’Ayala Valva, che si trova sulla antica via Consolare, oggi via Roma, sorge dirimpetto alla piazzetta. La costruzione, almeno nella parte più antica, risale al periodo in cui andava edificandosi il casale albanese di Monteparano sotto la signoria dei dell’Antoglietta, i quali avevano ottenuto nel 1514 l´autorizzazione dal vicerè del regno di Napoli di far popolare la terra che sorgeva a monte del distrutto casale di Patrello. L’edificio è, molto caro ai monteparanesi, perché, con la sua presenza costante, è stato muto testimone di tutta la loro storia, oltre ad essere stato fissa dimora dei vari feudatari che si sono succeduti nel tempo. In tal modo, insieme alla Chiesa, è diventato la parte più importante del patrimonio storico e artistico del paese. I primi feudatari di Monteparano furono i dell’Antoglietta, che lo fecero edificare seguendo un progetto simile a quello dell’antico palazzo baronale di Fragagnano. La data in cui venne edificato il palazzo si presume aggirarsi intorno al 1514.Si pensa, che siano stati i figli di Francesco dell’Antoglietta – Giovanni Maria, Giovanni Tommaso e Lelio – e la loro madre, Geronima De Montibus, a volerne la costruzione. Dopo i dell’Antoglietta, nel 1606, si stabilirono per quasi due secoli i Basta albanesi, che indubbiamente, avendo eletto il palazzo a fissa dimora, apportarono modifiche ed integrazioni che lo rendessero agevole alla permanenza e confortevole alla vita quotidiana di questa famiglia. La famiglia Basta si estinse verso la fine XVIII secolo per mancanza di discendenti maschili. Nel 1776, a seguito del matrimonio di Maria Saveria Basta con il Marchese di Fragagnano, Francesco Maria dell’Antoglietta, si ritornò di nuovo nel feudo di Monteparano. Questi, avrebbe venduto, il 7 giugno del 1797 per 66200 ducati il palazzo, insieme alla maggior parte delle terre di Monteparano, al nobile tarantino Francesco Saverio Carducci Agustini, che sarebbe stato solo per pochi anni marchese di Monteparano, infatti gli verrà tolto il titolo da un nuovo tenutario del feudo monteparanese, quello dei Bozzi Corso Colonna di Lecce, che non entrerà mai in possesso del palazzo marchesale. Il castello, rimarrà di proprietà dei Carducci Agustini sino a quando il marchese Andrea lo venderà, nel 1868, al conte tarantino Francesco Denotaristefano. Il 21 novembre del 1892, i Denotaristefano vendevano il palazzo marchesale a uno dei più importanti esponenti della nobile famiglia d’Ayala, Conte Roberto I, insieme a tutti i beni de “la intera masseria, denominate feudo di Monteparano”, tra cui l’antico palazzo baronale. l castello passò al figlio Arturo (1879-1919) il quale, con testamento olografo del 1 ottobre 1949, lo lascerà al pronipote Arturo. Questi, ha eletto il castello a dimora familiare ed in ordine di successione è l’ultimo e l’attuale possessore. Il testo olografo dice ”ne continui il nome ed il casato nel comune predetto (Monteparano), e sia d’esempio di rettitudine e di bontà verso i lavoratori della terra”. Informazioni e immagini tratte dal sito www.monteparano.com

CHIESA MATRICE “SS. ANNUNZIATA”

Tra i casali dell’Albania Tarantina, Monteparano fu uno dei centri più tenaci nel conservare il rito greco ortodosso, ma a causa delle continue pressioni e costrizioni da parte del clero latino furono costretti ad abbracciare il rito della chiesa di Roma. Per ovviare ai contrasti apertisi con la curia arcivescovile di Taranto la parrocchia locale, nei primi decenni del XVII secolo, abbandona l’intitolazione a Santa Maria di Costantinopoli, prendendo l’attuale nome di “Maria SS. Dell’Annunziata”. Ai papas ortodossi si sostituiscono i preti latini che avviano i fedeli alla dottrina cattolica e all’osservanza delle feste liturgiche del calendario cristiano-romano. Fu abbandonato anche il culto di santi orientali, che rivestivano con bellissime icone le pareti della chiesa, edificata nei primi decenni del XVI secolo, dagli albanesi. Costruita “more greco”, era a tetto imbriciato e vi si accedeva mediante due porte di legno; l’altare maggiore guardava verso oriente e si saliva per tre gradini, ornato con tre tovaglie e sul paliotto vi era affrescata l’immagine del Cristo Pantocratore. Sopra di questo capo altare era situato il Tabernacolo di legno, nel quale si custodiva il Sacramento dell’Eucarestia consacrato della Ferie V in Coena Domini, il pane fermentato conforme al rito greco. Inoltre, dentro il tabernacolo, si conserva pure il santo crisma e l’olio per l’estrema unzione consacrato da sacerdoti greci. Fu restaurata nel 1734, presenta una sola navata con cappelle laterali e conserva un pregevole altare barocco in marmo. Informazioni e immagini tratte dal sito www.monteparano.com